Intervista 5 Marco Ferrari
Siamo a Genova con Marco Ferrari, ci apre la saracinesca del suo laboratorio, non grandissimo, ma super bello e ben organizzato!
Su Instagram è @mf_woodlab seguitelo!
Come e quando è nata la tua passione per il legno?
Ciao a tutti!
Allora non c’è un momento preciso in cui posso dire che è nata questa mia passione, in realtà perché il lavorare con le proprie mani per costruire qualcosa è una “dote” che ho più o meno da sempre, non solo in ambito falegnameristico. Questa manualità ovviamente si è perfezionata nel tempo con la mia crescita, ed anche il guardare persone che costruiscono cose mi ha sempre attirato.
Un aneddoto un po’ particolare che posso dirvi è che proprio nel garage dove sto ora io, fino ai primi anni del 2000 c’era una falegnameria proprio sotto casa che realizzava mobili bellissimi.
Questa falegnameria era gigantesca e quando cessarono l’attività, da questa falegnameria ricavarono 4 garage e uno di questi poi lo acquistammo noi; ricordo che da piccolino, quindi tra i 4 e i 5 anni, papà mi accompagnava sempre a vedere quello che facevano; ricordo i loro banconi da lavoro che per me che ero minuscolo sembravano enormi, ricordo le pialle e tutti i mazzuoli appesi al muro; quindi forse era scritto che tra quelle mura ci ritornasse una piccola falegnameria.
Per avvicinarci di più ai giorni nostri posso dire che questa passione è stata alimentata fortemente da dai miei idoli di Youtube:
Andrea (Whiteghost) e Gabriele (Controvena).
Nello specifico posso dirvi che il mio progetto “mf_woodlab”, è nato nel 2020 dal nulla e non durante la quarantena come tanti miei colleghi, ma in estate, quando con un amico realizzammo il mio primo banchetto da lavoro, poi da li fino a settembre 2022 ho lavorato all’allestimento di quello che poteva diventare un piccolo laboratorio, quindi costruendo i primi mobiletti, comprando i primi attrezzi, provando le prime lavorazioni ecc. Poi vedendo sempre più persone che iniziavano a pubblicare i loro lavori mi sono detto: ma perché non ci provo anch’io?
Il problema però era che non sono riuscito a dedicarmi attivamente (come sto facendo adesso) a questa passione fin da subito, per il fatto che in quegli anni stavo ancora studiando all’università e contemporaneamente lavoricchiavo quindi il tempo era veramente poco; poi una volta laureato ho deciso di dedicarmici più seriamente ed hi aperto la mia pagina su Instagram.
Marco, nel tuo mondo c’è anche il digitale, come sfrutti questo potente mezzo? Che macchinari utilizzi?
Di recente ho acquistato il mio primo laser a diodo, macchinario di cui sono ancora molto inesperto e su cui ho ancora un sacco di cose da imparare, perché c’è davvero un mondo dietro, però piano piano conto di acquisire sempre più dimestichezza col software del laser per cercare di semplificarmi alcune lavorazioni che magari possono portare via tempo come ad esempio la realizzazione di piccole dime, che per noi sono fondamentali per le lavorazioni.
Ci sono lavori che ti hanno emozioanto maggiormente?
Allora ce ne sono un po’ in realtà, ma quello che mi suscita più emozioni è il quadretto che ho realizzato per il compleanno della mia fidanzata; fondamentalmente non è altro che un pannellino di MDF su cui, grazie al laser, sono riuscito ad incidere una nostra foto, poi intorno ad essa ho realizzato una cornice in abete. Dal punto di vista lavorativo non è stato nulla di complicato, però penso sia il lavoro più riuscito per il fatto che è venuto esattamente come mi aspettavo e perché ci ho messo veramente il cuore mentre lo realizzavo.
Poi direi anche la cuccia di un cane che è stata una delle ultime creazioni, che mi ha dato molto lavoro in fase di progettazione e molta soddisfazione durante le lavorazioni che sebbene fossero banali ho cercato di fare al meglio delle mie possibilità, e poi a coronare il tutto è stata la riconoscenza e la soddisfazione di chi me l’ha commissionata, questo è stato impagabile.
Il lavoro più difficile? Quello che stavi per mollare!
In assoluto il lavoro più difficile secondo me è stata la porta scorrevole che ho fatto per isolare il laboratorio dal retro del garage dalle polveri. La difficoltà più grossa l’ho avuta nel creare la porta stessa e nell’installare il binario al muro, perché come molte delle vecchie case genovesi il mio garage ha tutti i muri in pietra, quindi non dritti e praticamente impossibili da bucare, quindi quando stavo facendo i fori per andare ad ancorare il binario stavo pensando di mollare tutto, stuccare i buchi e metterci un tendone, perché era veramente impossibile; poi però mi sono detto: “ma figurati se non ci riesco?” mi sono armato di tantissima pazienza ed alla fine sono riuscito a portare a casa il risultato, ma che fatica..
Un altro “lavoro” che mi ha dato del filo da torcere sono state le prime giunzioni a 45° e le prime scatolette, perché volevo realizzare come regalo a mia mamma una scatolina portagioie, solo che non riuscivo a far combaciare alla perfezione gli angoli. Anche realizzare il coperchio è stato un bel lavoraccio perché per le competenze che avevo all’epoca volevo fare il “passo più lungo della gamba” allora ho ripiegato su un coperchietto semplice, fortunatamente è stato apprezzato.
La canzone che ti dà la carica per lavorare meglio
Allora diciamo che giù in laboratorio quando lavoro ascolto il rapper genovese Tedua. Però in assoluto la canzone che mi da la carica è di tutt’altro genere ovvero:
Hall of fame (The Script)
Il consiglio di @mf_woodlab per chi vuole avvicinarsi al mondo del legno:
Secondo me bisogna fare una distinzione fra “avvicinarsi al mondo del legno” inteso come appassionarsi al legno come materiale e “avvicinarsi al mondo del legno” inteso come lavorazione del legno: per esperienza personale posso dire che ci voglia molta curiosità e capacità di osservazione.
Nel secondo caso credo ci voglia fantasia, pazienza, determinazione ed anche umiltà. Guardare chi ne sa più di noi, quindi per esempio anche guardare il modo con cui un falegname di professione tiene in mano una sgorbia o uno scalpello è un’occasione preziosa da cui imparare. Quindi a chi è in procinto di iniziare dico di buttarsi e di non aver paura di sbagliare, perché lo sbaglio è inevitabile se si vuole crescere, non solo professionalmente ma anche umanamente.
Come disse credo Nelson Mandela: “io non perdo mai, o vinco o IMPARO”.
Quali sono i tuoi piani per il futuro?
È una domanda che mi pongo spesso: allora la mia idea è quella di continuare a fare quello che faccio con la stessa passione di sempre, con la stessa curiosità e voglia di imparare cose nuove, quindi frequentando magari qualche altro corso per accrescere la mia manualità e le mie competenze. Una cosa che so per certa è che non ho intenzione di far diventare questa passione un lavoro perché, sentendo anche il parere di molti miei “colleghi”, quando si entra in una sfera lavorativa/professionale si rischia di perdere la serenità e il piacere di fare le cose che si è sempre fatte, quindi voglio continuare a coltivare questa mia passione per puro divertimento.
In tutto ciò il desiderio più grande è quello di avere un posto tutto mio da adibire a laboratorio, perché dove sono ora è il garage della mia famiglia, ma sento l’esigenza per il futuro di avere un posto mio da adibire solo a questo e a nient’altro; non è sicuramente una cosa facile né una cosa che avverrà nell’immediato, però in futuro chi lo sa.
Caro Marco ti auguriamo di avere un tuo e solo tuo spazio per realizzare al meglio le tue idee, vediamoci ancora per aggiornaci sull’evoluzione della tua curiosità.
Intervista a cura di Valentina per casacolor
Valentina C.
Grazie Marco
Jasmine
Hai avuto la voglia e la forza di buttarti in questo mondo e grazie ad essa scoprirne una grande passione!
Contunua cosi le soddisfazioni più belle sono quelle che arrivano dopo un duro e costante lavoro!
Buon lavoro
Valter pleba
Grandissimo Marco.mai dubitato di te….complimenti per il tuo impegno,dedizione.e risultato.